Il segretario del Pri Nucara a Gr Parlamento Intervista radiofonica a Francesco Nucara, a cura di Giampaolo Vitale (Gr Parlamento, 31 marzo) Segretario Nucara, si valuta, oltre naturalmente alle difficoltà del Pd e della formazione di centrosinistra, anche il fatto che, in termini di voti, il Pdl ne ha persi molti, a vantaggio della Lega, e molti a vantaggio dell’astensionismo. C’è stato un certo freno. Che ne pensa? Il Pdl ripete lo schema delle politiche: vince nel Mezzogiorno, dove la Lega di fatto non esiste oggettivamente, non ha nemmeno liste, mentre al Nord vince la Lega. L’esatto schema del 2008, che si rafforza per certi aspetti, perché al Nord la Lega ha fatto passi da gigante, non solo nel Nord classico, quello che consideriamo il Lombardo - Veneto, ma addirittura entra in Emilia, entra in Toscana. Nel Sud il Pdl vince. In Calabria nessuno poteva pensare che dal 40% si passasse al 60% della coalizione di centrodestra, e non solo del Pdl. Quindi la coalizione di centrodestra - come per le politiche del 2008 - vince nel Mezzogiorno. Questo è un segnale che Berlusconi dovrebbe recepire a livello di programma di governo, cosa che non ha fatto fino ad oggi. Ci auguriamo che questo ulteriore segnale, dopo il 2008, possa indurlo a pensare alle infrastrutture che si devono realizzare nel Mezzogiorno e non solo in Lombardia e in Veneto. A parte il programma di governo, come partito, come Pdl, cosa significa il successo della Lega al Nord? Forse che la proposta della Lega è più chiara, più netta, più convincente? "Ho fatto un’esperienza: un comizio a Milano per un candidato del Pdl, un consigliere comunale, l’amico Gallera e, naturalmente, moltissimi calabresi erano presenti in omaggio all’amicizia nei miei confronti. Quando ho parlato criticando la Lega e il suo atteggiamento nordista, quelli che protestavano non erano i milanesi, erano i miei amici calabresi. Quindi la Lega evidentemente ha un contatto con la popolazione, con il popolo, con il territorio, che non hanno gli altri partiti. E lo dico senza nessun sentimento critico o negativo. Un conto è fare i comizi in televisione come fa Berlusconi, un conto è stare sul territorio, nei paesini di 2000 - 3000 abitanti, dove poi si contano i voti, come si contano nelle grandi città. E in questo la Lega è migliore di tutti; è migliore anche del vecchio Partito comunista degli anni ‘50". Cosa fare, cosa cambiare all’interno del centrodestra? Si va avanti con le riforme per i prossimi tre anni? "Per le riforme devono trovare una sintesi i due co - fondatori del Pdl, Fini e Berlusconi, e avere l’appoggio della Lega. Possibilmente, come è giusto che sia, specie se si tratta di riforme costituzionali, occorre trovare un’intesa con l’opposizione, perché le riforme costituzionali si fanno così, non si fanno a colpi di maggioranza, che non servono a niente, come non è servita la riforma del titolo V della Costituzione, bocciata poi dal referendum. Naturalmente l’opposizione si deve sedere al tavolo senza nessun pregiudizio, parlare nel merito delle cose: dove non è d’accordo, dire che non è d’accordo. Ma dire - se ad esempio parliamo delle intercettazioni – ‘noi non ci siamo al tavolo delle trattative’, è un atteggiamento sbagliato. Si parla di tutto e nel merito, poi si cerca di trovare un’intesa, un equilibrio. Secondo me c’è bisogno della riforma della giustizia. Una delle cose, ad esempio, che era nel programma di Berlusconi del 2008, è l’abolizione delle province. Ma la Lega fa resistenza perché non vuole abolire le province. E io faccio una battuta un po’ cattivella: per salvare la provincia di Varese, non aboliamo le province d’Italia? Se aboliamo le province forse possiamo abbassare le tasse agli italiani e forse possiamo realizzare qualche infrastruttura in più: perché dai conteggi fatti dagli economisti del Partito repubblicano, otteniamo circa 12-14 miliardi l’anno di risparmio se aboliamo le province, appunto con tutto quello che ne consegue. Alcune riforme vanno fatte: e qualcuno deve fare un passo indietro, qualcuno in avanti. Su questo terreno, ripeto, bisogna trovare la sintesi nella maggioranza tra Berlusconi e Fini; e, in aggiunta, anche con la Lega, ovviamente. Ma mi pare che la questione sia più tra Berlusconi e Fini che non tra Berlusconi e la Lega. E poi sedersi al tavolo con il Pd, soprattutto. Non dico con tutta l’opposizione variegata - ché l’opposizione è pure il gruppo misto - ma con un’opposizione che rappresenta parlamentarmente un nutrito gruppo. Ad esempio, l’Udc. Mettersi al tavolo con loro e trovare soluzioni. Parliamo come se ci fosse una Costituente (visto che non riusciamo ad eleggerla un’Assemblea Costituente); parliamo come se ci fosse e si trovassero tutti lì, scornandosi, magari lottando e battagliando. Ma è lì che devono trovarsi le soluzioni". |